Che cos’è l’elastosonografia?

L’elastosonografia è una tecnica di imaging complementare all’ecografia, che fornisce informazioni relative all’elasticità dei tessuti e che, nella pratica clinica, è di ausilio per la caratterizzazione dei processi patologici. Essa si basa sul presupposto che i processi patologici inducono modificazioni delle caratteristiche fisiche dei tessuti, alterandone la durezza, come solitamente fanno le lesioni tumorali.

I tessuti “elastici” vengono in linea di massima considerati “benigni”, al contrario dei tessuti “rigidi” che vengono associati a processi infiammatori cronici o neoplastici.

L’elastosonografia è una tecnica di rapida e di facile esecuzione che fornisce un importante aiuto nel distinguere i noduli benigni da quelli maligni, soprattutto a livello della mammella e della tiroide. Ciò consente spesso di ridurre il numero di pazienti da sottoporre ad esami più invasivi (agoaspirati o agobiopsie) e contribuisce a caratterizzare lesioni di piccole dimensioni spesso difficili da “etichettare”.

Come si svolge la valutazione elastosonografica?

Quella elastosonografica è una tecnica di rapida esecuzione, non invasiva, e completamente indolore, che si effettua, in casi selezionati, a completamento dell’esame ecografico standard.

Nell’ambito dell’esame ecografico, la struttura da esaminare viene sottoposta ad un aserie di microcompressioni manuali ritmiche. L’elastosonografia, analizza la capacità di un tessuto di subire una deformazione per azione di forze esterne e di tornare successivamente alla forma originale. I Dati ottenuti  vengono elaborati attraverso sofisticati processi matematici e tradotti in tempo reale in un’immagine a colori (elastogramma) che si sovrappone, come una sorta di “maschera”, all’immagine ecografica tradizionale in scala di grigi.

L’elastosonografia “real-time” permette così la valutazione in vivo delle proprietà meccaniche dei tessuti. Ogni colore dell’immagine corrisponde ad un diverso grado di elasticità tissutale.

l tessuti mammario e tiroideo sono quelli che più si prestano ad una facile ed omogenea compressione che facilita la corretta visualizzazione delle aree di consistenza patologica.

Quali sono i campi di applicazione dell’elastosonografia?

Elastosonografia della mammella

Studi recenti stanno dimostrando come questa nuova metodica rappresenti un valido strumento diagnostico in grado di affiancare l’ecografia tradizionale e la mammografia nello studio dei noduli  mammari.

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Il principio su cui si basa è la diversa elasticità delle lesioni nodulari maligne (scarsamente elastiche o anelastiche) rispetto a quelle benigne (tendenzialmente elastiche), in rapporto al parenchima mammario circostante.

Quello della consistenza tissutale è un importante elemento aggiuntivo, che consente spesso sia di meglio interpretare quei noduli della mammella con caratteristiche dubbie all’ecografica o alla mammografia, sia di riconoscere come sospette alcune lesioni nodulari che all’ecografia standard non mostrano evidenti segni di malignità.

Elastosonografia della tiroide

Gli attuali trasduttori ecografici ad alta frequenza sono molto sensibili nel riconoscere la presenza di noduli tiroidei; per questo gli ultrasuoni vengono utilizzati nel monitoraggio delle dimensioni dei noduli. Al contrario, la possibilità di differenziare i noduli benigni da quelli maligni è bassa e pressoché esclusivamente affidata all’agoaspirato che, secondo le più comuni linee giuda, andrebbe eseguito, in tutti i noduli di dimensioni superiori o uguali ad 1 centimetro.

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L’elastosonografia rappresenta invece un’importante strumento per la caratterizzazione dei noduli tiroidei. Il principio su cui si basa è la diversa elasticità delle lesioni nodulari maligne (scarsamente elastiche o anaelastiche) rispetto a quelle benigne (tendenzialmente elastiche), in rapporto al parenchima tiroideo circostante. Ciò consente di riconoscere noduli duri, e quindi potenzialmente maligni, anche di piccole dimensioni (inferiori ad 1 cm) e di indirizzarli precocemente ad approfondimenti diagnostici ulteriori (citologia mediante agoaspirato), approfondimenti che normalmente verrebbero riservati a noduli che hanno raggiunto dimensioni superiori.

Secondo recenti studi sembra inoltre che l’elastosonografia possa avere un ruolo nel predire la presenza di tumore in quei noduli tiroidei che, sottoposti ad agospirato, hanno una diagnosi citologica incerta che non consente di affermare o di escludere la presenza di tumore.

Elastosonografia muscolo-tendinea

L’utilità dell’elastosonografia “real time” nell’esame del sistema muscolo-scheletrico è stata dimostrata da un voluminoso numero di articoli, compresi studi sulle alterazioni degenerative del tendine di Achille, epicondilite laterale, fascite plantare, e diverse condizioni reumatologiche.

Uno dei più importanti parametri per stabilire lo stato di salute di un muscolo e la “stiffness”  cioè, il rapporto tra le variazioni di tensione e le variazioni di lunghezza muscolare. L’energia elastica sviluppata dal tessuto muscolare viene restituita infatti sotto forma di lavoro meccanico.

L’elastosonografia fornisce informazioni riguardanti il grado di “stiffness” del tessuto muscolare, pertanto è di ausilio nel monitoraggio dei processi di guarigione delle lesioni muscolari, consentendo di evidenziare la presenza ed il grado di rigidità di tessuto fibro-cicatriziale, al fine di stabilire il momento più opportuno per la ripresa dell’attività sportiva.

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